Il Faro Online: Covid-19, i sintomi di cui nessuno parla: le congiuntiviti
L’allarme del dottor Lesnoni: “Il virus Covid-19 può non uccidere, ma può provocare danni permanenti. Soprattutto agli occhi”.
Oggi che la paura del coronavirus sta tornando prepotentemente, essere in grado di riconoscere i sintomi da Covid-19 è sempre più importante. La prevenzione rimane il primo baluardo per evitare il contagio della malattia ed è bene porre l’accento su una delle “porte” più facili per il virus e troppo spesso sottovalutata: gli occhi.
Ne abbiamo parlato con il dottor Guido Lesnoni, primario dell’Unità operativa complessa di chirurgia oculistica Policlinico di Pomezia e primario del Centro chirurgia oculistica dell’ospedale Cristo Re a Roma. Non tutti ricordano che il primo medico (poi deceduto) a descrivere la malattia e i sintomi del covid-19 è stato un oculista, il cinese Li Wenliang. Nella sua pratica quotidiana, visitando tanti pazienti con congiuntivite, notò che essa era associata a una polmonite di entità importante.
Fu imputato del reato di procurato allarme sociale, le autorità cinesi non volevano all’inizio dargli credito né far diffondere la notizia. Sappiamo tutti com’è andata a finire… Oggi dalla Spagna alla Francia si registrano dati piuttosto preoccupanti, in Italia ancora si è moderatamente ottimisti, ma le raccomandazioni che vengono fatte alle famiglie sono per lo più quelle di stare attenti alla febbre; con 37 e mezzo scatta l’allarme. Tutto giusto, per carità. Ma in realtà non è quello l’unico indicatore di una possibile patologia.
“Questa malattia è multi organo – spiega il dottor Lesnoni – I sintomi da Covid-19 non sono solo la febbre, che pure esiste. Ad esempio l’occhio, organo ‘bersaglio’, può essere la prima spia della malattia. Si ha di solito una congiuntivite virale, che determina un arrossamento dell’occhio, lacrimazione, una fotofobia e talvolta il coinvolgimento del linfonodo preauricolare.
L’occhio – spiega Lesnoni – può essere un ‘serbatoio’ del virus; è stato dimostrato che il virus è presente nelle lacrime, è presente nella mucosa congiuntivale e, oltre alle famose goccioline che vengono sparse durante gli starnuti o colpi di tosse, se un soggetto viene a contatto con le lacrime di una persona infetta può a sua volta essere infettato.
L’occhio diciamo che è sia vittima che parte attiva nella trasmissione della malattia”.
Che cosa succede quando un virus arriva all’occhio?
“Passa nel canale lacrimale – spiega il dottor Lesnoni – si insinua nella mucosa nasale, va a finire nelle fosse nasali e da lì può arrivare nei bronchi e nei polmoni. L’occhio ha un ruolo importante in questa malattia, e oltre alla congiuntivite possono manifestarsi altre patologie molto significative a carico dell’occhio. Tra i vari sintomi del Covid-19 i segnali lanciati dai nostri occhi sono complessivamente un indicatore molto importante.
Quanto incide statisticamente la relazione congiuntiviti/covid?
“Le congiuntiviti da Covid-19 riguardano circa il 15% dei soggetti colpiti. Diciamo che è uno degli indicatori, non quello fondamentale; ma sicuramente una persona che abbina congiuntivite a febbre deve essere vista con sospetto e deve fare immediatamente un esame”.
È il motivo per cui tra le raccomandazioni c’è quella di non toccarsi gli occhi?
“Certo. Dobbiamo assolutamente trasmettere questo concetto: le mani che toccano continuamente il volto, non solo gli occhi, ma anche la bocca e il naso, sono veicoli di infezione. Lo facciamo involontariamente ogni giorno toccando centinaia di volte il viso. Dobbiamo acquisire questo tipo di prevenzione primaria, quella appunto di evitare di toccarsi il volto.
Nel volto, la mucosa più vascolarizzata è sicuramente la mucosa congiuntivale, quindi arrivare con un dito che è infetto e toccare l’occhio significa molto probabilmente arrivare a infettarsi”.
In molti, invece di usare i polpastrelli, usano il dorso della mano. È corretto?
“Certamente il dorso di una mano rischia di essere in contatto meno facilmente con particelle virali con materiali essudativi. Ma sarebbe meglio evitare. Consideri che oggi come oggi per prudenza abbiamo persino applicato ai nostri microscopi delle barriere fisiche, schermi in plexiglas che servono proprio a creare un distanziamento tra il paziente e l’operatore, tanto è alto per gli oculisti il rischio di infettarsi. Oltre ovviamente ai guanti e agli occhiali. E all’uso dei disinfettanti”.
Come fare a riconoscere un bambino che può presentare i sintomi di una congiuntivite virale e non un semplice malessere di stagione?
Sicuramente la congiuntivite virale ha caratteristiche diverse rispetto ad altre congiuntiviti. Si presenta con scarsa secrezione, è molto fastidiosa, di solito monolaterale. Una sintomatologia importante, dunque, molto fastidiosa per il paziente, che impedisce di trascurare l’evento.
Come si interviene quando si hanno casi del genere?
“Contro le congiuntiviti virali abbiamo poche armi per trattarle, ci affidiamo soprattutto ai colliri antisettici disinfettanti, tranne che per l’herpes dove abbiamo degli colliri appositi. Per gli altri ci sono vari colliri che sono disinfettanti. Ai soggetti che presentano questi sintomi si consiglia un tampone per andare a fondo sul problema.
I giovani? A rischio più degli altri?
“Un dato che ad oggi ancora sfugge ai più, ma che al contrario è importantissimo soprattutto per i ragazzi, è il rischio di danni permanenti all’occhio dopo un’infezione da Covid-19. Questa malattia può dare dei danni importanti, anche permanenti, alla vista, che si manifesteranno negli anni, con il crescere della persona colpita. Il virus ha un forte neurotropismo, cioè possibilità di crescere e replicarsi. Il Covid-19 va a localizzarsi non più sulla superficie dell’occhio ma nelle parti più interne, come la retina; in questo caso delle forme infiammatorie possono anche dare degli esiti permanenti.”
“L’occhio è un organo che ha una replicazione rapidissima nei suoi tessuti epiteliali e anche una estrema sensibilità dei tessuti nervosi, basti pensare che può essere sensibile persino ai farmaci antivirali usati per curare la malattia. I giovani devono capire la pericolosità per la loro vita futura, anche se non rischiano di morire; il virus può provocare danni all’apparato respiratorio, a quello cardiovascolare, al sistema nervoso”.
“Danni anche molto invalidanti, dunque. E dato che la retina e il nervo ottico sono coinvolti e a rischio, va da sé che eventuali danni in quei punti possono risultare irreversibili. Come dire: se ti ammali oggi, puoi subirne le conseguenze tutta la vita. Un concetto che gran parte dei nostri ragazzi non hanno minimamente recepito”.
“Questo – conclude il dottor Lesnoni – induce ad avere grande attenzione alla profilassi, grande attenzione ai sistemi di protezione individuali e infine grande attenzione a questi potenziali primi sintomi del Covid-19, come quello di una congiuntivite”.
Un messaggio ai ragazzi che si abbracciano senza mascherine, si scambiano baci e carezze, o saluti molto fisici?
“Non è il pericolo di essere intubati la cosa più grave, per chi ha una prospettiva di vita a lungo termine, il vero rischio è contrarre una patologia che come effetto provoca danni permanenti. Un pericolo che si può evitare seguendo le raccomandazioni di base: usare la mascherina, nessun contatto con le mucose, disinfezione frequente”.
Insomma, possiamo guardare il virus… negli occhi. Non sottovalutiamo la possibilità.
Fonte: Il Faro online